Ezio nasce a Bagni di Lucca il 27 dicembre 1915. Educato dal babbo Amedeo e dalla mamma Anita alla rettitudine, all’onestà, alla generosità ed alla giustizia
Ezio cresce, come del resto tutti i suoi coetanei, vivendo molto nella natura.
Il babbo lo inizia appena possibile alle lunghe camminate in montagna, sulle alpi Apuane e sull’Appennino Toscano che circondano la regione di Bagni di Lucca, alla pesca ed alla caccia.
A 16 anni Ezio è già un esperto cacciatore, ed un camminatore infaticabile.
Terminato il ciclo di studi
presso il Regio Collegio di Lucca,
nel 1933/34 frequenta un corso di pilota premilitare presso le scuole aeronautiche di Caserta e Roma prendendo il brevetto di pilota ed il grado di sottotenente di complemento. Nell’agosto del 1936 viene chiamato in servizio come pilota militare, riprendendo il suo grado, e viene inviato a combattere nella Guerra di Spagna.
Ferito ad una gamba durante una azione militare, rientra in Italia per curarsi; dimesso, inabile secondo i medici a riprendere l’attività di pilota, viene messo in convalescenza. Ne approfitta per recarsi alcuni mesi in Inghilterra per imparare la lingua inglese.
Nel 1941 viene messo in congedo illimitato; ma desideroso di svolgere il proprio dovere di militare al servizio del proprio Paese, chiede di essere arruolato nel Corpo degli Alpini; nel 1942 termina il Corso per Ufficiali Alpini a Bassano del Grappa, e nel 1943 viene poi trasferito ad Albenga e poi a Chiusa d’Isarco.
Il 9 settembre 1943, catturato da un reparto della Wehrmacht con tutta la sua Compagnia, viene deportato in un campo di concentramento per Ufficiali, la Fortezza di Deblin, nel cuore della Polonia
Il 13 marzo 1944, dopo sette mesi di
prigionia,riesce ad evadere dal campo assieme a due compagni, e si unisce alle forze partigiane Polacche, combattendo con loro il comune nemico fino alla fine della guerra.
Rientrato a casa nel 1945, torna alla vita civile, dedicandosi alla famiglia ed al lavoro. Nel 1970, con uno dei suoi cinque figli, Marcello, inizia una attività commerciale di forniture e produzione di apparecchiature medicali; nel 1980 vi partecipa anche l’altro figlio Paolo. Ezio ottiene diversi riconoscimenti per tale attività; ma il suo desiderio principale, ed il suo cruccio, rimane quello di vedersi riconoscere dai propri compatrioti quei meriti militari che invece gli erano stati profusi in Polonia, e di essere avanzato almeno al grado di Capitano.
Le lungaggini burocratiche italiane sono però tali che, alla sua morte nel 1998 ancora non gli è stata data alcuna risposta.